testi 1^ B ispirati a " Per questo mi chiamo Giovanni"

nei panni di...

Ciao a tutti!!!

 

Sono Maria Falcone, sono orgogliosa di portare questo nome perchè mi fa capire e riflettere su una storia  molto emozionante..

 

Quando Giovanni, mio fratello, era appena nato, aveva i pugni chiusi, come un pugile. Io mi ricordo bene che ad un  certo punto entrò dalla finestra una colomba bianca, il simbolo della pace. Pensavamo tutti che fosse ferita o che non stesse  bene ma invece ci eravamo sbagliati. In quel periodo ero molto gelosa di lui perchè mi sentivo molto trascurata.. Poco tempo  dopo mi ci abituai e non me ne importava più niente. Un'altra

 

cosa strana era che Giovanni non piangeva mai... Un giorno Giovanni era in bagno e scivolò. Sentendo quel rumore io corsi da lui e lo vidi sanguinare dalla testa.. Mi spaventai molto e lo  aiutai a rimettersi in piedi.. Non piangeva, mi disse che era 

 

caduto e che gli usciva sangue..

 

Non mi scorderò mai di quando mamma ci raccontava  degli eroi in famiglia..

 

Quando diventò più grande volle fare l'Accademia militare a bordo della Amerigo Vespucci. Wow! Mio fratello Giovanni  era sulla Amerigo Vespucci, una nave molto famosa. Chissà  che emozione!!! 

 

Ad un certo punto volle lavorare al tribunale, e incominciò a combattere con la mafia. Io avevo molta paura per il mio  fratellino, rischiava la sua vita per noi... 

 

E cosi  successe, Giovanni venne ucciso dai mafiosi..

 

Non mi scorderò mai quel brutto giorno quando un pezzo della nostra famiglia ci lasciò: era il 23 maggio del '92.

 

Quella notizia che ancora oggi mi toglie il sorriso...

 

Giovannino mio, come farò senza di te?

 

Che bei momenti che erano quelli insieme!!!

 

 Livia Bettanello, 1^B

 

Parla Francesca, moglie di Falcone

 

 

Quando ci conoscemmo fu amore a prima vista, sapevo che era un uomo importante e che avrei dovuto fare molti sacrifici per lui, ma non cambiai idea e mi sposai con l’uomo che amavo.

 

Tutti i giorni lui andava in tribunale molto presto, prima di me.

 

Le  notti spesso non dormivo, stavo seduta sulla mia poltrona a sorseggiare le mie tazze di caffè amaro e intanto pensavo a come sarebbe stata la mia vita senza di lui.

 

Certi giorni pensavo anche se sarebbe tornato a casa quel giorno e se lo avrei rivisto più e dopo come avrei fatto senza di lui. Mi torturavo con quei pensieri,  sapevo che erano reali e che non erano frutto della mia fantasia.

 

Vedevo tutti i suoi amici morire e tutte le volte lui soffriva per quell’amico perso.

 

Per lui avevo fatto dei sacrifici, per esempio quello di non avere figli, fin da bambina, io sognavo di metter su famiglia, con un bel marito e tanti figli, ma Giovanni mi diceva  sempre: - No, Francesca, non possiamo mettere al mondo degli orfani. Per questa sua decisione io soffrivo molto e glielo chiedevo molto spesso, sperando che avesse cambiato idea, ma, quando prendeva una decisione si poteva star sicuri che non l’avrebbe cambiata mai. Io lo amavo e lo amavo tanto, quindi accettavo le sue scelte.

 

… … …  Un giorno stavamo tornando a Palermo e Giovanni volle guidare così io mi sedetti sul sedile del passeggero di fianco a lui.

 

Ad un certo punto durante il tragitto io vidi una persona lontana e furtiva,  ebbi un presentimento e dissi a Giovanni: “Fermati!!!” Ma era troppo tardi, tutto diventò di fuoco, lui mi prese per mano e mi sorrise.

 

Così dopo tanti terribili pensieri arrivò la sua ora e insieme arrivò anche la mia, fui felice che Dio avesse deciso così, perché credo che se lui fosse morto prima di me, sarei morta di crepacuore, come sua madre. … Francesca

 

Licia Lapponi , 1^B