scrivere... si fa così in prima media

Calligrammi 1
Calligrammi 1

SE IO  FOSSI UN ANIMALE...

Buongiorno a tutti,

sono Candy, una farfalla e voglio raccontare a tutti i simpatici lettori la mia storia.

Vi dicevo, sono una farfalla colorata che vive nei verdi prati montani. Questa mattina però, non ero una bellissima farfalla ma ero un bruco disprezzato da tutti gli altri insetti.

Quando ero un bruco strisciavo per il prato e avevo molte paure e commettevo tantissimi errori. Il mio primo errore è stato madornale: strisciai verso la città e mi lanciai in un tombino. Restai fermo nell' acqua. Dopo un po’ di tempo riuscii a rialzarmi e strisciai su un muretto, ma pochi secondi dopo, mi accorsi che un animale gigantesco, tutto grigio e con due orecchie rosa a punta, mi rincorreva.

Non sapevo cosa fare, ero nel panico più totale. Vedevo avvicinarsi senza scampo i suoi denti aguzzi e subivo il suo sorriso beffardo. Pensavo proprio di non farcela quando all’improvviso vidi una scala, la percorsi e strisciai molto velocemente verso un prato. Ero salvo!!

Mentre strisciavo cadde davanti a me un oggetto completamente rotondo, rosso. Cominciai a morderlo e scoprii che era molto succoso. Dentro trovai altri insetti che mi spiegarono che era una mela e che sarebbe potuta diventare la mia dimora.

Cercai di fare amicizia con loro, ma tutti ridevano di me. Me ne andai e arrivai in una piccola tana, dove c’era Naty, una piccola scarafaggina che piangeva. Le chiesi il motivo del suo irrefrenabile pianto e mi rispose che tutti la disprezzavano per il suo aspetto ripugnante. Io le dissi che vivevo la sua stessa situazione e che mi sarebbe piaciuto essere sua amica. Diventammo inseparabili!

Si era fatta notte, trovammo una mela comoda in cui dormire, ma non ci riuscimmo, perché nella mela accanto tutti rumoreggiavano.

Andai a lamentarmi, ma mi accorsi che era una festa, allora io e Naty ci unimmo alla baldoria. Ci divertimmo tantissimo! Dopo un po’ mi sentii male, ero assonnato e ad un certo punto mi addormentai.

Una membrana morbida e soffice mi avvolse, mi stavo trasformando. Poco tempo dopo ruppi il mantello protettivo e diventai un altro animale, tutto avvolto dentro se stesso e tutto marrone e gelatinoso. Stavo diventando sempre più grande, più grande, il mantello protettivo non riusciva più a contenermi.

Con mia grande sorpresa il guscio che mi avvolgeva si ruppe e mi ritrovai bellissima, con due meravigliose ali che mi permisero di volare: ero una farfalla.

Le altre farfalle mi spiegarono che questo processo si chiama metamorfosi e che quella sostanza soffice era il bozzolo. Prima di diventare farfalla ero una crisalide! Questa è la mia storia: un brutto bruco con un solo amico si trasforma in una bellissima farfalla con tantissimi amici. Non eravamo più simili, ma Naty per me rimaneva speciale, perché per lei non contava il mio aspetto esteriore ma il mio carattere ed è questo l’importante!

Ora devo lasciarvi perché devo andare a volteggiare di fiore in fiore con le mie amiche, ho un solo giorno per godermi questa mia breve vita!

Voglio lasciarvi però un grande messaggio: l’aspetto non conta, è solo un pregiudizio superficiale; l’importante è essere persone corrette buone e oneste. E' il carattere quello che conta!

FRANCESCA FANELLI 1 C

NEVE, LA CAGNOLINA DAL CUORE D' ORO


Ciao, mi chiamo Neve, mi chiamano così perchè il mio pelo è candido, soffice e ovviamente bianco come la neve; ho 4 mesi e la mia mamma mi ha abbbandonato insieme ai miei fratelli e mia sorella, io sono la più piccola della cucciolata.

Qualche settimana fa la mia padroncina mi ha preso, già da subito mi sono sentita al calduccio e protetta, così mi ha adottato con la mia sorellina.

Ora sono in una bellissima casa, con tante cose da rosicchiare! La mamma, Timmy e Dentino l' avrebbero apprezzata molto! 

Timmy  e Dentino non mi mancano affatto perchè abitano nella casa della vecchia signora che abita di fronte a noi.

A volte la signora, che si chiama Maria, porta delle torte o della pasta al forno, perchè la mia padroncina è NEGATA per la cucina, infatti quasi sempre o ordina al ristorante, ad esempio cibo cinese; non so come faccia a piacerle, sono molto meglio le mie crocchette.

La signora Maria porta con lei anche Timmy e Dentino e suo nipote Marco, così io, Timmy, Dentino, Violetta (mia sorella) e Marco giochiamo con il frisbee o con la pallina di gomma che fa rumore, io adoro Marco e lui adora me, infatti mi fa sempre la coccole! Però quando vanno via io sono triste, ma un po' di pappa e una breve dormitina mi tirano su di morale.

Io con mia sorella vado molto d' accordo, a volte ci mordiamo e io sono triste perchè non voglio litigare, ma a volte se lo merita proprio!

Lei si atteggia da gatta e mi dà fastidio, ma la mia padroncina trova sempre il modo di farci calmare.

La mia padroncina non si arrabbia mai, quasi mai , una volta gli ho mangiato quella cosa, con tanti fogli scarabocchiati dentro, e lei mi ha sgridato e non capisco il perchè, avevano un saporaccio! 

Una volta ho provato ad aprire quella cosa stana ma non riuscivo! Provateci voi ad aprire quel coso senza pollice opponibile! 

Comunque con un po' di fatica l' ho aperto e ho pensato: << Wow che schifo, ma come fa a guardare sta cosa! bleah! >>.

A volte la mia padroncina è un po' strana: una volta avevo fame e sono andata alla ciotola, la "pappa" si è rovesciata e io logicamente l' ho mangiata, comunque cibo è, giusto? Di colpo è arrivata la mia padroncina e ha urlato : <<Noooooo... non mangiarlo... è sporco!>> mi toglie la pappa da sotto il muso, prende un altro vasetto e versa il cibo nella ciotola .

Certo che gli umani sono proprio strani forte eh?!

A volte mi chiedo come sarebba la mia vita se non ci fosse stata la mia padrona. Adoro la mia vita e non potrei desiderarne di meglio!

Beatrice Marvulli, classe 1^C; 2012/13

L’AVVENTURA DELLO SCOIATTOLO

 

 

Salve a tutti scoiattoli!! Io sono Nocciola, una scoiattolina che vive nella foresta. Ho la coda folta e morbida gli occhi neri come la pece e due orecchie appuntite!

Salto da un ramo all’altro per tutto il giorno e cerco nocciole per l’inverno. Vivo in una grande foresta con molti alberi; il mio nido si trova nella cavità di uno di questi alberi, è molto spazioso e soprattutto molto comodo ed è ricoperto di soffici foglie, che durante l’inverno, mi tengono al calduccio. Siccome la mia vita non mi piace granché, ( infatti dopo due anni passati a saltare da un ramo all’altro non ne posso davvero davvero davvero ma davvero più!), un giorno decisi di andare dal capo della foresta per chiedergli consiglio.

Il capo della foresta è un grosso e vecchio scimpanzé, col pelo ormai grigio e ispido, un po’ troppo appesantito dalle abbuffate di banane e vive solitario sulla vetta di un monte.

Il monte era abbastanza vicino, arrivai dopo poche ore e cominciai a cercare lo scimpanzé. Lo trovai al centro di una radura che stava meditando. Appena mi vide disse:”Buongiorno caro scoiattolo, cosa posso fare per te?”.

Io risposi un po’ intimidita:”Buongiorno signore, io vorrei diventare un altro animale”; lui mi chiese incuriosito:”E quale animale vorresti diventare?”.

Io non ci avevo ancora pensato quindi dissi:”Veramente non lo so!” e lui : ”Allora per scegliere quale animale diventare, segui il pendio di questa montagna fino a valle. Lì osserverai molti animali e quando avrai scelto quello che ti piace verrai da me ed io ti trasformerò!”.

Durante il mio percorso incontrai alcuni strani animali che non avevo mai visto: alcuni avevano la pelle scura, due grossi denti affilati uscivano dalle loro bocche, erano tozzi e bassi e avevano quattro zampe. Sicuramente non volevo diventare uno di quei cosi!

Nel frattempo scese la notte ed io stanca ed affamata, mi fermai su un albero. Prima di addormentarmi vidi alcuni strani uccelli vestiti con un giacca di pelle, i loro occhi erano rossi e maligni, avevano due piccole orecchie pelose quasi uguali alle mie, l’unica parte del corpo che era di un colore diverso dal nero erano le piccole zampe rosa. Quegli strani uccelli stavano uscendo da una grotta e volavano insieme, ed io pensai:” Beh, sarebbe bello volare, quasi quasi…”, ma poi mi dissi:” Ma che divertimento c’è a volare di notte, non puoi vedere niente”.

Al mattino mi svegliai presto e cominciai a scendere lungo il pendio della montagna, finalmente dopo due ore arrivai. C’erano tante cose nuove ed io mi facevo in quattro per vedere tutto. Dopo qual che minuto vidi degli strani animali: erano senza pelliccia, con una folto pelame in testa e avevano due zampe. Sembravano intelligenti, ma che brutto doveva essere camminare senza poter saltare! Più in là, incontrai degli altri esseri, assomigliavano a delle grosse volpi, ma non erano color rosso peperone, erano neri bianchi e marroni: alcuni avevano la coda lunga, altri la coda corta, altri non l' avevano proprio, alcuni erano piccoli della mia taglia, altri erano grossi come lupi. Questi animali erano molto belli e sicuramente la loro vita era migliore della mia, però avevano uno strano aggeggio sul muso che gli impediva di aprire la bocca.

Allora proseguii e incontrai altri begli animali, ma tutti avevano cose belle e cose brutte. Così, triste e delusa, mi incamminai per tornare dallo scimpanzé. Durante il viaggio di ritorno capii una cosa importante: ogni animale deve piacere a sé stesso così come è, infatti bisogna cercare di vedere le cose belle e non bisogna di cercare solo i propri difetti! Quando incontrai lo scimpanzé, gli raccontai cosa avevo capito e lui mi disse:”Brava scoiattolina, oggi hai capito una cosa importantissima; spero che tu abbia imparato ad apprezzare anche le cose belle che la vita ci ha donato!”.

Così, felice e spensierata tornai a casa. Ora sono cambiata:infatti corro e mi arrampico dappertutto insieme ai miei amici e lo faccio con grande gioia. Questa avventura mi ha fatto comprendere che bisogna sempre cercare di essere sé stessi e non bisogna guardare sempre gli altri, perché ci sarà sempre qualcuno che avrà qualcosa in più di noi, ma soprattutto che nessuno è perfetto!!! Ed ognuno ha qualcosa di bello e speciale da dare.

SARA LURASCHI 1°C ; 2012/13       

 

Un Halloween un po’ speciale

E’ il 31 ottobre, è la notte di Halloween più buia che io abbia mai trascorso nei miei 130 anni di vita.

Noi streghe aspettiamo Halloween con molta impazienza, perché è la nostra occasione per vendere le pozioni inventate durante l’anno, e ricevere il premio dal grande stregone.

Una notte oscura è perfetta per vendere i nostri infusi senza essere notati da quegli umani impiccioni.

Io sono a casa a studiare incantesimi, mentre mia madre è andata a fare rifornimento di funghi velenosi e ci avrebbe messo almeno due ore.

Mi sto annoiando a morte, perché sto studiando una cosa inutile: come far scomparire una rana!

Ad un certo punto sento dei rumori inquietanti provenire dalla cucina e poi il rumore di un vetro rotto: spaventata, corro in cucina e vedo una strega che salta giù dalla finestra e scappa via ridacchiando malvagia.

Oh no! Ha rubato le pozioni della mamma!

Devo fermarla a tutti i costi, perché la mostra delle pozioni comincia tra un’ora.

Esco subito di casa e comincio ad inseguire quella strega, lei entra nella foresta proibita e scompare, anch’io entro e mi trovo circondata dal buio.

Occhi malvagi mi fissano ad ogni passo, inciampo spesso nelle radici di alberi morti, la chioma degli alberi è così folta che non riesco a vedere neanche il cielo.

Cammino per un tempo che mi sembra interminabile, senza sapere che direzione prendere, finché vedo una luce fioca dentro una grotta, mi avvicino e la vedo!

Si, è proprio lei che mescola nel pentolone una sostanza blu che fa delle bolle strane.

Sono davanti alla grotta fredda e tenebrosa di una strega malvagia, entro?

Mi faccio coraggio ed entro, appena i suoi occhi incontrano i miei, diventano rossi e comincia a scagliare incantesimi che io non conosco e mi nascondo dietro una roccia, ma se continuo a scappare prima o poi mi beccherà, allora decido di scagliare anch’io degli incantesimi.

L’ultimo, lo lancio tanto forte e veloce che lei, vecchia com’è, non riesce a schivarlo e diventa uno scarabeo.

Io soddisfatta lo prendo e lo butto nel calderone facendogli la linguaccia.

Così prendo le pozioni e torno a casa, questa volta però attraverso la foresta con sicurezza e all’uscita trovo mia madre, preoccupata, che appena mi vede mi abbraccia e chiede: “Cosa è successo?” e io le rispondo: “È una storia lunga”.

Questo Halloween è stato il più bello della mia vita, anche perché la mamma ha vinto il premio per le sue pozioni.

Sara Luraschi 1° C, ottobre 2012

Il ragazzo più spercolato che c'è! 


Eccomi qua! Sono un ragazzo delle medie, è il primo anno che sono in questa scuola. Devo dire che mi trovo molto bene, ma questo è dovuto anche ai professori che mi insegnano. Quello che preferisco più di tutti è il professor Patelli, perchè, oltre a essere molto simpatico, insegna anche molto bene; infatti, siamo i più avanti nel programma!

Il professor Patelli ci insegna educazione fisica, materia che a me piace molto. Mi piace molto anche praticare sport, soprattutto di squadra: calcio, pallacanestro, pallavolo, pallabase; però mi divertono anche altri, come tennis e atletica.

Io pratico calcio nella squadra del mio paese: il Cassina calcio. Mi diverto molto con i miei compagni e anche con i miei allenatori :Enrico, Alessandro, Omar. 

Con Omar ho instaurato un rapporto molto amichevole e socievole, fin da quando è arrivato, perchè è molto simpatico, affettuoso, divertente e gioca anche bene a calcio.

Nella mia squadra ci sono ragazzi forti,capaci che hanno una certa dimestichezza col pallone e alcuni che non sono molto bravi, ma sono certo che miglioraranno.

Sono un ragazzo allegro, vivace, gioioso e sereno. A me, oltre a praticare sport, piace molto uscire con gli amici e andare all'oratorio a giocare; i miei amici hanno il mio stesso carattere anche se alcune volte si arrabbiano per faccende inutili. Io, oltre ad essere un ragazzo vivace, sono anche particolarmente " disastrato", infatti appena pochi giorni fa mi sono causato una brutta distorsione al braccio sinistro. Ma non è quello  l'evento più disastroso!

Uno particolarmente segnò la mia vita.

Era il diciannove marzo 2009, un pomeriggio a scuola uscii in giardino con la mia classe e con la mia maestra Lina Sarleti che continuava a ripetermi di allacciare le stringhe delle scarpe.

Il sole illuminava il prato, le nuvole sembravano estinte. Iniziai a giocare. Dopo dieci minuti la partita era sul risultato di uno pari. Presi il pallone, scartai il mio amico Jacopo, però poi.... Bum! Ero accasciato al suolo come un disperato, la mia maestra chiamò subito l'ambulanza e mia madre. Mi portarono all'ospedale, feci le lastre, andai dall'ortopedico e poi ricevemmo la notizia: frattura scomposta alla clavicola destra!

Una tragedia! La frattura era stata causata dal fatto che non mi ero allacciato le stringhe delle scarpe e quindi ero inciampato: se solo avessi ascoltato la mia maestra!

Dopo tre mesi tornai come prima e adesso, dopo tre anni, eccomi qua a raccontare questo avvenimento! Questo sono io, De Gradi Filippo, il ragazzo più spericolato che c'è!

Filippo De Gradi 1^ C ottobre 2012

UNO STRANO CONDOMINIO

 

Era la sera di halloween del 2012 e, come al solito , io e le mie amiche volevamo esplorare il condominio a mezzanotte.

Giravano però voci strane, diverse dalle solite.

Gli anni scorsi si parlava di streghe, fantasmi e le solite storielle che si usano per spaventare i bambini, ma questa volta il portinaio mi raccontò che il condominio venne costruito sopra ad un cimitero, la cui proprietaria era una strega.

 A quell’affermazione io e le mie amiche eravamo ancora più entusiaste, però eravamo anche più impaurite: la strega e i morti volevano vendetta o ci lasciavano godere la sera di halloween ?

 Volevamo a tutti i costi risolvere il mistero e scendemmo in giardino dieci minuti prima della mezzanotte; tutte coperte ci riunimmo sotto lo STRUZZO :il nostro albero preferito .

Facemmo molti giri a vuoto, allora Nadya con tono irritato disse : "Uff, io me ne torno a casa, è inutile, non troveremo niente!". "Resta non è ancora mezzanotte!"- la pregai, ma non mi ascoltò. Allo scoccare della mezzanotte, io e Maria sprofondammo nel terreno urlando "Aaaaaaa – aiutoooo! ".

 Arrivammo a destinazione , ma quel luogo inquietante e sinistro non ci piaceva , era il cimitero , aveva tre porte una porta gialla , una porta blu e una porta rossa ; in quale entrare ?

Ragionammo e decidemmo di entrare in quella rossa, perchè era il colore di halloween.

 Non lo avessimo mai fatto....

Una creatura pallida con due occhi rossi e un mantello nero mi morse al collo; scappammo e senza pensare entrammo nella porta gialla dove uno strano lupo morse Maria. Uscimmo. Ci trovammo nel cimitero, immobili, ci stavamo trasformando, io in vampiro e lei in licantropo.

Era la porta blu la via di salvezza o almeno così speravamo.

Mistero, desideravamo ancora divertirci, anche se avrebbe potuto finire male.

Ci trovammo davanti alla tenebrosa e fredda grotta di una strega, entriamo? E’ l' unica soluzione.

Vedemmo una pozione che ribolliva e dietro di noi una voce fastidiosa - la tipica voce da strega dei film - diceva : " Povere ragazze, vi avevano avvertito di non uscire sole solette a mezzanotte ma, tranquille , posso farvi tornare umane, voi dovete darmi ... "

"Tutto ciò che vuole ! " urlai .

"Solo una vostra ciocca di capelli ".

Non capivamo a cosa le servisse, ma tutto finì per il meglio e l' irritante strega disse che la mattina successiva ci saremmo risvegliate al calduccio del nostro letto con l’idea che quell' entusiasmante avventura fosse stata frutto della nostra fantasia. Quella mattina, parlandone tra noi, infatti eravamo convinte che fosse stato solo un sogno. Ma un dubbio mi rimane, perchè la strega voleva la mia ciocca di capelli?

Francesca Fanelli, 1^C 2012/2013, ottobre

Una geniale vecchietta

 

Un giorno, in un paesino, vivevano due ragazzi molto curiosi. Il primo si chiamava Stefano ed era alto, robusto e coraggioso. Il secondo si chiamava Andrea ed era basso, magro e timido.
In quei giorni caldi, i due decisero di andare in un bosco a scoprire chi abitava una vecchia casa.

Allora i due si diressero lungo il sentiero, ma improvvisamente si mise a piovere e i due persero la strada. Spaventati dall'accaduto si scoraggiarono e si fermarono sulla soglia del sentiero. Si avvicinò una vecchietta e chiese loro se volevano entrare nella sua casa per ripararsi.
Dopo aver sentito la sua storia i due giovani capirono che era un persona molto strana e solitaria. Arrivati alla casa entrarono e subito videro molti oggetti strani mai visti prima; fra questi si riconosceva un ombrello, una strana scopa e addirittura un parete trasparente.
Incuriositi, Stefano e Andrea chiesero alla vecchietta se potevano vedere tutte le sue invenzioni. La vecchietta esultò e chiese se volessero provare tutti i suoi marchingegni; accettarono e subito si diressero verso le altre stanze; provarono di tutto: scope volanti, asciugatori rapidi, macchine per cucire molto stravaganti e molte altre cose.
La cosa che però li sbalordì di più furono degli ombrelli molto geniali che appena aperti si rinchiudevano in una bolla che li portava in alto. Appena schiacciavano un bottone, la bolla scompariva e li faceva planare fino a terra asciutti. Entusiasti lo riprovarono, ma subito andarono verso l'alto, troppo in alto e persero la strada. Quando ad un certo punto dall'alto videro una casa simile a quella della vecchietta, planarono fino all'abitazione.
Arrivati a destinazione suonarono il campanello,ma rimasero sorpresi perchè gli aprì un buffo signore in camice , dall'area molto intelligente. Si presentarono e il signore gli disse che era uno scienziato che studiava tutte le invenzioni per capire come è possibile un determinato fatto. Entrati in casa gli fecero vedere l'ombrello e Antonio, questo era il nome dello scienziato, lo studiò e dedusse che era veramente un oggetto molto innovativo e che poteva risolvere tutti i problemi del trasporto e quelli causati dalla pioggia. Alla fine i due riprovarono l'oggetto e dopo lo riconsegnarono ad Antonio.
Vennero fatte delle riproduzioni che vennero vendute in tutto il paese.
Cosi tutti i giorni di pioggia gli abitanti del paese usarono l'ombrello e la vecchietta venne ringraziata da tutti.

Marco Bononi 1^E 2011/2012, dicembre

GATTINA VAGABONDA

Finalmente … Dopo tanti sforzi e tante avventure … Sono a casa: -Home sweet home!!!-
Oh, che maleducata, perdonate la mia spensieratezza, non mi sono nemmeno presentata: io sono Madame Poncet, una docile, dolce e affascinante gattina, di appena due anni.
Vivo a Berlino, e sento tutti parlare di una certa “seconda guerra mondiale”: c’è chi esclama <<Sta arrivando!>> e chi dice << Con il suo avvento si prevedono deportazioni di massa per gli ebrei>>…
Ma chi sarà mai per seminare così tanto panico tra la gente, alla quale continuo a ripetere che si deve tranquillizzare, ma si comporta come se non mi sentisse (inizio a pensare che davvero non mi comprendano…!!!).
Ho il pelo candido come la neve, le orecchie dal colore di rosa e il naso nero come la pece …
Insomma: sono una gattina perfetta.
Sono tanto vanitosa quanto bella, simpatica e intelligente, in una parola, come direste voi “plebei”: sono cool!...
 Tutti dicono che me la tiro, ma non è per nulla vero! La mia padrona usa il cibo più delicato per il mio sensibile stomaco e il balsamo professionale di maggior qualità per la mia folta pelliccia.
Conosco un’infinità di lingue, parlo anche il francese, caso mai mi dovesse capitare di conoscere un bel persiano della Francia …
Tornando a noi: dopo quattro giorni trascorsi da vagabonda in giro per il mondo (ho visto il comune, la fontana, la piazza principale, i militari e tutte quelle cose che in una gigantesca stanza di 15 mq non si riescono a vedere) sono di nuovo a casa.
Sicuramente in questo momento molti di voi si staranno chiedendo: << Ma come ha fatto a perdersi?>> oppure <<Ma è colpa sua o della sua padrona?>>… Ebbene, adesso risponderò a tutti i vostri legittimi quanto banali dubbi …
Prima precisazione: non è colpa di nessuno, o meglio, una colpa c’è, ed è della mia padrona, ma è parziale! Infatti era sera e, come abitualmente facevo, ero pronta a seguire la mia padrona fino all’uscio di casa, per poi vederla scomparire verso le abbaglianti luci della discoteca … Purtroppo quella sera non tutto andò come sarebbe dovuto andare … Ero solita rientrare in casa non appena la mia padrona avesse tirato fuori le chiavi di casa per chiudere la porta, ma quella volta rimasi fuori fino all’ultimo e lei, forse stanca dopo una giornata di lavoro, o forse già sbronza prima di bere, non si accorse che io dovevo ancora entrare e blindò l’ingresso.

Così rimasi fuori tutta la notte, aspettando che tornasse, ma ella non si fece viva … Temendo il peggio cominciai a cercarla; attraversavo strade, dai viali più illuminati della città ai vicoli più bui di tutto il quartiere, dalle vie più trafficate a quelle abbandonate e dimenticate; ma di lei neanche l’ombra. Arrivarono le 4.00 e io mi rassegnai: ero ormai atterrita dalle fanatiche ricerche della notte passata, così mi abbandonai nel prato del parco della città. Non sapevo che quello sarebbe stato il primo di quattro interminabili giorni da gatta randagia!!!
Pardon, piccolo, piccolissimo particolare: non avevo idea di dove mi trovassi, MI ERO PERSAAAAAAAAA!!!
Quel giorno dell’estate del 1941 passò lento, lento, lento sotto il sole cocente, senza che io avessi la minima idea di dove potessi trovare riparo … In città tutto sembrava enorme, dei grattacieli non vedevo la fine, delle strade non capivo la meta … Tutto mi era estraneo, nuovo!!!

Quel giorno fu il più noioso di tutta la mia vita!!! Non c’erano animali con cui giocare, persone da implorare per farsi accarezzare, poliziotti buoni da mordere e da tirar matti … Quando arrivò il momento del pranzo io ero più affamata che mai, ma per quanto cercassi e girassi per i posti non trovavo gli snack che la mia padrona mi dava alle 13.30 in occasione del pasto … Così presi una decisione: avrei digiunato per protesta all’inospitalità cittadina!!! Debole, e senza più speranze di sopravvivere cercai rifugio in un’aiuola, dove vidi una chiazza marrone che assomigliava tanto ai morbidi panni sui quali la sera, stanca, ero abituata ad accasciarmi. Mi ci sdraiai sopra ma: <<Miaoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo!!!>>, ma … ma … ma … ma era fango!!! Okay, datemi il tempo di cambiare la descrizione.

Ora dovrebbe essere la seguente:  “Ho il pelo marrone come le rocce montane, le orecchie dal colore di terra e il naso marrone come la corteccia degli alberi … Insomma: sono una gattina rovinata!”
E adesso? Ormai non ero più in grado di alzarmi da terra, così passai la notte lì, beata, tranquilla, in mezzo a, scusate il termine, quello schifo!!!
Del giorno seguente purtroppo non mi ricordo più nulla, so solo dirvi che mangiai il pattume trovato in un sacchetto ai bordi della strada, ma la mia giornata trascorse noiosamente asociale come quella precedente.
Oltre a questo, causa la mia stanchezza, so rammentare come ultima cosa il sapore della mia cena a base di rifiuti: pesce marcio, formaggio malandato, escrementi di topo, e altri odori vomitevoli.
 Il terzo giorno arrivò il gran momento, dopo essermi svegliata, non so perché, nel cassonetto della spazzatura, incontrai un collie molto amichevole: appena mi vide iniziò a leccarmi … Io pensai: <<Ma guarda che gentile premura che porta nell’animo questo docile cane: ha pensato di farmi il bagno, ma che carino!>>… Quello doveva essere il saluto utilizzato tra i randagi del posto, perché arrivarono a ruota  un sacco di altri animali (criceti, cani, gatti, topi, iguane ecc …) che iniziarono a leccarsi, ma senza farsi del male.
Dopo questo primo momento iniziammo a parlare: <<Piciniddu venn’acca>> fu la prima cosa che mi sentii dire dal capobranco … Subito arrivò il criceto, che era il traduttore personale dello stesso topo che aveva pronunciato quell’assurda frase senza senso, che mi disse: <<Vuol dire: piccoletto vieni qua>>. La conversazione si svolse tutta con l’aiuto dell’interprete, che lavorò senza sosta alla traduzione del dialogo non poco articolato … Purtroppo anche lui non era dei più esperti, così capii solo che avrei fatto parte di quella banda di randagi se avessi superato la prova … Quale??? Ehm … Me lo stavo chiedendo anche io … Comunque mi portò nella via dove avevano le loro “abitazioni” (ovvero bidoni, scatoloni, cesti abbandonati); lì mi presentò Billy, Lilly, Sandy, Danny, Scooper, Olly, Jo, Megan: otto simpatici cani dall’aria un po’ birichina,e con la faccia da furbetti. Loro erano otto labrador tutti uguali: muso tenero, aria da angeli, pelo beige, orecchi arrotondate … E dentro ognuno di loro si nascondeva un piccolo diavoletto pronto a scatenarsi … Dovevo immaginare che loro sarebbero stati i miei “compagni di prova” il giorno successivo. Quella sera non ero più sola a cenare e a dormire: c’era tutto il branco con me … Be’, per dirla tutta, non erano di grande compagnia: i cuccioli si lamentavano che non c’era posto; il collie russava; il criceto montava silenziosamente di guardia; le iguane, spaventate dal mio nuovo arrivo, erano nascoste non so dove; i topi erano a caccia di qualcosa da mangiare … Io me ne stavo lì, a contare le stelle, in attesa di addormentarmi … Il giorno seguente mi svegliai di primo mattino, e per la prima volta fui accompagnato nel centro della città, tra negozi e negozietti, che a me parevano sconfinati, esageratamente riforniti di cose inutili …       
Gli altri erano d’accordo con me, però mi dissero che era una fortuna che quei negozi fossero così abbondantemente riforniti, perché solitamente, quando la sera chiudevano, rimaneva qualcosa da scartare, che piuttosto che buttar via i commercianti preferivano dare ai randagi!!! Quel giorno, per ragioni a me sconosciute (mi chiedo perché non mi abbiano fornito le motivazioni dell’accaduto, dato che sanno tutti che io sono la gatta più bella, più popolare e più affascinante di tutte), avvertimmo dei rumori assordanti, e vedemmo passare sulle nostre teste degli aggeggi che volavano!!! Nessuno li aveva mai visti prima d’ora!! Questi “cosi” lasciavano delle “cose” cadere al suolo, che schiantandosi a terra producevano un rumoroso frastuono, che si sentiva nel raggio di diversi chilometri di distanza. Adesso che sono a casa inizio a comprendere qualcosa, perché ogni volta che si ripete l’accaduto sento gridare <<Bomba in arrivoooooooooooooooooooooooooooooooo>> seguito da un rumoroso <<bang>>. Ma concludiamo il racconto ... A questo punto, spaventatissimi, ci rifugiammo tutti nel magazzino di un negozio di dolciumi. Quando ci parve che tutto fosse finito uscimmo dalla porta di servizio per dirigerci nella grande piazza dove tutta la gente si era radunata a discutere dell’avvenimento … Tra i presenti riconobbi la mia padrona, che inizialmente, alla mia vista, balzò indietro impaurita; ma poi, guardandomi più attentamente mi identificò e mi portò subito a casa con sé, per farmi il bagno, perché, si sa, ho la folta pelliccia candida come la neve, e non marrone come le rocce montane…
by Rebecca Basso 1^E 2011/2012, marzo

QUESTA SONO IO!

 

“Eccomi mi presento!” Sono una ragazza simpatica, solare ed estroversa; mi piace molto stare all’aria aperta, ma qualche volta mi piace anche guardare la T.V.

   I miei amici si divertono con me e mi vedono sempre con il sorriso in faccia. Quindi potrete capire che mantenere la mia “immagine” è molto difficile, perché anche nei brutti momenti devo sempre trovare uno spiraglio di luce e di speranza.

   Ho pure una sorellina cui voglio molto bene, anche se qualche volta litighiamo; lei ha una faccia da angioletto e a vederla si direbbe: “Ma che tenera e bella questa bambina!”. Ed io aggiungo: “Sì, quasi quanto sua sorella!”. A parte questo, dentro la mia sorellina c’è un “diavolettino”, in senso buono naturalmente! Anche ai miei genitori voglio molto bene, sebbene qualche volta abbiamo idee diverse.

   Discorso famiglia a parte, a me piace molto stare con i miei amici, che sono tutti molto simpatici, sia maschi che femmine senza distinzioni; beh non direi mai ad un ragazzo: “Sai che a Mario piace Alice?!”. Non è mai detta l’ultima parola! Mi piace stare con i maschi anche perché a volte le femmine fanno le zabette. Beh! qualche volta ammetto di averla fatta un pochino anche io, però non è “mica” un peccato! Con le ragazze parlo sempre di pettegolezzi & company: mi diverte! Ho comunque una critica anche per i maschi, fanno sempre i “cavernicoli”:

Io sono una “buona forchetta”, mangio tutto, o per lo meno quasi tutto; ci sono cose ad esempio che non mangerei nemmeno se mi pagassero. Il mio cibo preferito in assoluto è la pizza ma mi piacciono anche le patatine fritte. Le cose che non mangerei mai e di cui parlavo prima sono: i ravioli (o tortellini) e la sogliola della mensa scolastica!

Parlando di sogliola mi sono venuti in mente gli animali e parlando di animali mi è venuto in mente che io vorrei tanto avere un cane: un cucciolo di Pastore Tedesco con il pelo morbido e lucido e con il musetto “teneroso”! Vorrei tanto che ami farsi coccolare e giocare e che sia un vero amico, di buona compagnia.

Parlando dei cani mi è venuta in mente la parola accanita ed a proposito di accanita io sono una “fan ACCANITA” di Harry Potter! Ho letto tutti i libri di questa saga ed ho guardato tutti i film, tranne la prima e l’ultima parte del settimo capitolo della collana. Indubbiamente i film sono molto belli ma io preferisco leggermente i libri perché spiegano molte più cose e lasciano molta più suspense. Oltre ai libri di Harry Potter mi è piaciuto anche un altro libro che ho letto: “Vacanze al cimitero” che parla di due ragazzi, Tilla e Jerry, che devono svelare il mistero di un fantasma che non è un fantasma.

Mi piace molto anche guardare la TV ed i miei canali preferiti sono: Boing, K2, Rai Gulp e Fresbee. Tuttavia non guardo solo questi canali, qualche volta guardo anche dei film. Mi piace molto anche andare al cinema con le mie amiche e l’ultimo film che sono andata a vedere, è stato “I Puffi”. La prossima volta vorrei andare a vedere un altro film: “Hugo”.

Io mi piaccio così come sono e non vorrei cambiare, però so già che non sarà così, quindi, non ci posso fare nulla. Posso solo prepararmi sperando di cambiare in meglio!

Da grande vorrei fare o l’attrice o la regista perché il mondo dello spettacolo mi affascina; è come guardare il mondo da un'altra prospettiva, è……non saprei dire….ecco lo trovo: magico! Mi piacerebbe molto anche lavorare in radio perché amo la musica. Non escluderei nemmeno l’idea di fare la telecronista sportiva perché ho una voce molto bella e squillante ed anche perché mi piacciono molto gli sport.

Io pratico lo sport del basket e fra me e la mia squadra si è instaurato un bellissimo rapporto di amicizia. L’atro sport che amo è il calcio e sono una tifosa sfegatata della Juventus, la squadra più bella e più forte del mondo. So che dopo questa affermazione partiranno fischi ed urla di disapprovazione o di approvazione, ma nulla mi farà cambiare idea!

Dopo aver scritto queste cose di me, mi sento molto soddisfatta e felice e non so perché sento di aver fatto un buon lavoro.                                                                                       

By Sofy Caramazza 1^E 2011/2012, novembre

 

 

I'm OK!
Ciao, sono Rebecca, una ragazzina di undici anni e frequento la scuola media di Cassina de' Pecchi, in provincia di Milano.
Sono alta, mora, ho gli occhi azzurri, che al variare del tempo possono diventare grigi o verdi, o addirittura possono accennare al marroncino, colore di quelli di mia mamma, con delle piccole sfumature.
Mi considero una "tipetta" allegra, estroversa, espansiva, solare, garbata… Penso proprio di essere una buona amica…
I miei amici ed i miei parenti dicono che io sono una ragazza un po' troppo testarda, ma ribatto sempre dicendo che "difendo le mie opinioni!".
La mia famiglia è composta dalla mamma, che è un impiegata dell'ospedale per bambini, il Buzzi, a Milano; dal mio papà, che è imprenditore e venditore dell'azienda "Hellonet Group", una società che fa siti internet ed altro; dalla mia sorellina, che "piccolina" non è più, perché ha quasi dieci anni (li fa a novembre); poi ci sono i miei nonni, uno dei quali fa tuttora qualche "lavoretto" in Germania.
Ma la mia parentela non è finita qui, c'è anche il mio cane, o meglio il nostro cane, perchè lo dividiamo in famiglia, che si chiama Laki.
Purtroppo c'era un pesce, Margherita, che è da poco finita nello scarico.
Quando ho voglia di sfogarmi non c’è niente di meglio che giocare alle Nintendo Wii, o disegnare con i miei ottanta pastelli. Meglio ancora, mi piace, anche se non trovo mai il tempo, andare al campetto sotto casa a fare due tiri a canestro.
Cosa amo mangiare? È semplice: pizza, patatine fritte e Nutella.
I due canali TV che preferisco sono “Disney Channel”, che mia madre crede un canale stupido, perché ci fanno serie televisive senza senso, che montano la testa ai ragazzi; e “Rai Sport”, che è invece un canale “che si può guardare”, secondo mia madre.
Ho una passione infinita per la lettura, i miei libri preferiti sono: “Il diario di Anna Frank”, “Piccole Donne”,
“Il Piccolo Principe”, “Ascolta il mio cuore”  ed il mio fumetto preferito “Topolino”.
Invece i film più belli che ho visto e che rivedrei all’infinito sono: “Benvenuti al Sud”, “La vita è bella” e “Che bella giornata”, anche se ne potrei elencare molti altri, tutti e quanti comici.
La mia fortuna più grande è avere le persone che mi vogliono bene sempre al mio fianco e sempre pronte ad aiutarmi.
Da grande vorrei essere una stilista o una disegnatrice grafica. Forte è?
Ringrazio tutte le persone che mi sono state, che mi sono e che mi saranno vicine.
Sono sicura che questi saranno i tre anni più belli, perché sono gli anni di “indipendenza”, ma senza troppe responsabilità.
Nuove amicizie? Nuove litigate?
Chi lo sa… Per ora vivo quello che mi sta succedendo, e ringrazio le maestre delle elementari per quella pillola di saggezza, come sono sicura che ringrazierò anche i miei nuovi professori.
Rebecca Basso, classe 1^ E 2011/2012, novembre

 

Che tipetta!

 

Eccomi, mora, con gli occhi verdi, alta, magra.Un bel caratterino e ... simpaticissima.Questa sono io, Valeria Gianfreda!

Sono una golosona mangio tantissimo cioccolato, non in presenza di mia madre!

Faccio amicizia molto presto, mi piace fare nuove conoscenze, e "arricchirmi di amici". Gli amici nella vita per me sono tutto, a parte il fidanzato e la famiglia.

Sono molto, anzi, troppo vivace, e se mi viene qualche idea pazzerella la applico!

Mi piace giocare alla wii e vedere la tele.

Alqune volte strappo le gambine e le braccine alle bamboline, ma solo per sfogarmi. State attenti potrei farlo pure con voi!!!

Mi piacciono i ragazzi biondi con gli occhi azzurri, ma non sono niente male quelli mori!!! Molte notti sogno di essere una principessa intrappolata nel castello di un drago e un principe bellissimo mi salva e mozza la testa a quel dragone!!!

Sono molto veloce nella corsa,però faccio già due sport: pallavolo e piscina , che mi aiutano a tenermi in forma.

Non sono una secchiona a scuola!!!

IL mio sogno più grande e diventare una grandissima pallavolista e di essere ripresa in tivù mentre faccio una delle mie mega super battute con una giornalista che grida:<Ed ecco Valeria Gianfreda che fa una delle sue battute...e segna!!!>

Gli altri mi vedono molto simpatica e socievole, allegra, solare e testarda, solo alcune volte però!

Ho molti amici di cui sono pienamente fiera, innanzitutto Martina Pecoraro, una grande!!!DI amiche e amici... ne ho tanti in 1^ superiore, con loro ho fatto amicizia in campeggio quest' anno, un' esperienza indimenticabile!!!

Di amici ne ho molti altri ma non li nomino tutti, perché sono veramente toppi!!! Ho due idoli:Avril Lavigne e Selena Gomez, non saprei dire chi delle due é la più brava, ma direi che SELENA é sfortunata, perché é fidanzata con Justin Bieber (a me non piace, però i gusti sono gusti!!!) 

I miei libri preferiti sono quelli dell' horror, ma sono bellissimi anche quelli di avventura!!!

il mio abbigliamento preferito é: camicia, maglia dell' Hollister, jeans, scarpe marca Puma!.

I miei cibi preferiti sono la piadina con la nutella, il cioccolato bianco, la pizza.

Vi immaginate se tutto il mondo fosse fatto di dolci?La neve per esempio di granita al limone, le praterie di menta, e la chioma degli alberi di zucchero filato.

MI piace andare a zonzo con gli amici sul naviglio, fare gare di velocità con i pattini finché non ci ammazziamo, andare a mangiare un gelato,ovviamente senza pagare!!! Ho un sogno: andare un' estate in piscina con tutta la mia classe, per poi catapultare qualcuno in acqua, non vi dico chi....

ma vi rendete conto di quanto sono perfida? CHE TIPETTA!!!!

BY Valeria Gianfreda 1^E 2011/2012, novembre

 

             LA RADURA INCANTATA E GLI ALBERI MALVAGI
C’era una volta uno stagno che si chiamava David, era limpido
e viveva nel mezzo di una radura incantata. Un giorno un
aereo impazzito, pilotato da Mattia, che si era distratto perché
stava leggendo qualcosa su uno strano diario, andò fuori
controllo e precipitò proprio nello stagno.
La coccinella Tina, creatura molto curiosa, si avvicinò e vide
che Mattia stava scappando impaurito, allora andò a vedere che
cosa era successo e trovò un diario nero con scritto “Ciccy” in
viola.
Tina iniziò a sfogliarlo, ma poiché era completamente vuoto,
decise di cominciare lei a scriverci con delle goccioline d’acqua
azzurre, molto rare e limpide che si chiamavano Mone che si
erano depositate su alcune foglie vicino al diario.
Ma…tutto quello che Tina scriveva sul diario Ciccy, diventava
realtà.
Dopo qualche giorno Mattia tornò nella radura incantata per
riprendersi il diario, ma Tina, lo stagno David e Mone gli
spiegarono cosa succedeva se si scriveva su Ciccy e gli dissero che
loro non volevano cedere quell’oggetto.
Allora, quando Mattia capì cosa stava succedendo nella radura
incantata, decise di diventare loro amico e di rimanere lì con
loro.
Dopo qualche giorno Mattia scrisse sul diario che avrebbe voluto
che gli alberi diventassero malvagi per fare uno scherzo agli
altri, tanto per divertirsi un po’, e si allontanò.
Fu così che il suo strano desiderio si avverò e nella notte gli
alberi diventarono cattivi, si sradicarono e, muovendo
violentemente i rami e le fronde, attaccarono gli amici della
radura. I tre non sapevano come reagire e si nascosero nella
tana abbandonata di un animale.
Il mattino seguente il gruppo decise di organizzare un piano
per sconfiggere gli alberi malvagi e fu allora che Mattia si sentì
in colpa e decise di riunirsi agli altri, che non se l’erano presa
perché avevano capito che si era trattato solo di uno scherzo.
Ma gli alberi erano davvero malvagi e avevano rivolto la loro
furia distruttrice contro la radura……... ci volle davvero tutta la
fantasia del gruppo di amici per riuscire a trovare una
soluzione.
Decisero di scrivere tutti insieme sul diario Ciccy e chiedere di
avere dei poteri magici in grado di sconfiggere gli alberi
malvagi.
Purtroppo si accorsero che le pagine del diario erano finite…….
Che guaio! Che fare?
Ecco un’idea geniale……Mattia mise lo stagno in una botte,
Ciccy aggiustò l’aereo mettendosi al posto di un’ala rotta, Tina e
le goccioline Mone si posarono su una foglia morbida e salirono
tutti sull’aereo.
Partirono alla ricerca di un nuovo posto, dove vivere tutti
insieme, trovarono un bel bosco incantato folto, anche se un po’
umido, ed abitato da simpatici folletti con i quali fecero subito
amicizia!
La radura incantata divenne preda degli alberi dissennati.
Valentina Failoni, classe 1^E 2010/2011, novembre

 

                                 Viaggio a … Troia


Sono pronta, sono davanti alla macchina del tempo che mi
riporterà indietro nel passato in una località che desidero, devo
solo schiacciare il testo verde che è davanti a me… 3, 2, 1, via!
Sono arrivata a Troia, una bellissima città; ci sono tantissimi
soldati, mercanti e donne, ma la cosa che mi colpisce di più sono
le grandissime mura che la proteggono.
Non so bene chi io sia, so solo che sono arrivata in città nel bel
mezzo di una guerra, non so che fare!
Chiedo a tantissime donne, ma loro non mi rispondono, sono
troppo occupate a scappare e chi mi rispondeva, diceva: "Vai via,
scappa o potresti essere uccisa!”
Vado di qua di là ma non so dove mettere i piedi; ad un tratto sto
per essere colpita da un uomo brutto e grosso, ma, per fortuna,
qualcuno mi prende il braccio appena in tempo e mi salva; quel
qualcuno non vuole dirmi il suo nome, ma mi dà un fiore,
precisamente una rosa rossa e profumata e dopo due secondi
sparisce nel nulla.
Passano quattro giorni e sto per essere di nuovo colpita sempre da
quell’uomo grosso e brutto, ma indovinate un pò? … Arriva
nuovamente l’uomo misterioso che mi salva e poi scompare.
Mi dico che non sarei tornata al presente fino a quando non avrei
ritrovato quel guerriero che era stato così gentile e carino con me.
Il giorno dopo vado a guardare i soldati Troiani che combattono
contro i Greci e in quel mentre un uomo di nome Ettore, mi dice:
“Perché te ne stai lì impalato e non agisci? Vai subito a
combattere!”.
Le sue parole mi fanno capire che mi aveva scambiato per un
ragazzo, io cerco di dirglielo, ma non mi fa parlare; mi dà una
divisa da indossare per combattere e non c’è nessuno, dico
nessuno, che si accorge che sono una femmina. A malincuore
combatto contro i Greci e alla fine, stranamente, vinco anch’io
insieme ai troiani.
Credo di aver vinto grazie a mio cugino più grande che mi insegnò
fin da piccola a difendermi nella mia vita reale.
Il giorno dopo sono costretta per forza a risalire sulla macchina del
tempo e tornare alla mia solita vita, ma il caso mi fa incontrare
l’uomo misterioso, che mi dà l’ultima rosa, che ora tengo nella
mia scatola dei ricordi più belli e che guardo quando sono triste.
Alice Alessi 1^E 2010/2011, novembre